16 maggio 2024, finalmente il giorno è arrivato: è l'ora di partire per il viaggio. Come ogni partenza, però, non tutto è andato come previsto. Non avevo nemmeno acceso la moto che mi sono accorto che le frecce erano rotte, e il relè impazzito continuava a ticchettare come un battito del cuore. Probabilmente anche la moto era emozionata. Dopo aver salutato alcuni amici, mi dirigo verso Padova, dove incontro altri, e poi proseguo verso Trieste. Lì mi rendo conto di aver dimenticato i power bank, ma era inevitabile scordarsi qualcosa. Quando arriva la sera, ancora non ho trovato un posto dove dormire. Alla fine, trovo una casa abbandonata e parcheggio la moto, ma il terreno non regge e la moto cade. Cerco di rimetterla in piedi, ma non riesco. Per fortuna, qualcuno mi viene in aiuto e, insieme, riusciamo a sistemarla. Dopo, monto la tenda sotto il poggiolo per ripararmi dal temporale, pronto ad affrontare la mia prima notte in viaggio. Durante i miei giorni nei Balcani non sono successe molte cose, ma ho visitato posti incantevoli, come il Lago di Bled, i laghi di Plitvice, e a Dubrovnik ho incontrato mio papà, anche lui in viaggio, ma in bicicletta.

A Sarajevo, al campeggio Ollywood, ho incontrato persone fantastiche, tra cui Andy, un ragazzo di Cipro che lavorava lì. Parlando con lui, è stato il momento in cui ho realizzato quanto sia fortunato ad avere un passaporto italiano, un concetto che avrei compreso sempre meglio durante il viaggio. Dopo aver salutato Andy, lascio la Bosnia e entro in Montenegro, un paese che mi lascia senza fiato. Attraverso il Parco Nazionale del Durmitor, un paesaggio mozzafiato che rimarrà impresso nella memoria. In Montenegro incontro Luis, un ragazzo di 21 anni che sta viaggiando anch'esso con la sua Transalp verso la Mongolia. Decidiamo di percorrere insieme parte della strada, fino a raggiungere la Grecia, dove ci fermiamo in un ostello a Meteora per dormire.